Il crocifisso nella chiesa di L’Aquila
COLLETORTO _ Sappiamo cosa significa il terremoto, l’abbiamo sperimentato anche noi nel 2002 con la tragedia di S.Giuliano di Puglia. Quando la natura si ribella ci sentiamo piccoli piccoli, impotenti, paurosi, deboli… Il terremoto è spaventoso, difficile farsi una ragione soprattutto, poi, quando vi sono devastazioni, disastri, lutti…  

Vogliamo esservi vicini con l’incoraggiamento ad andare avanti.

Vogliamo esservi vicini con l’esperienza che noi stessi abbiamo fatto in quelle tremende ore durate e post terremoto.

Vogliamo esservi vicini nel lutto di tanti vostri cari: bambini, giovani, adulti, anziani.

Vogliamo esservi vicini nella e con la certezza che non tutto è crollato, è rimasta in piedi la dignità, il senso di umanità e soprattutto l’incrollabile solidarietà. La prima solidarietà è quella tra di voi, poi quella che viene da tutto il popolo italiano, europeo e del resto del mondo, è silenziosa e medicinale. Anche noi l’abbiamo saggiata e vi abbiamo trovato la forza per riprendere il cammino, speranza nel rimboccarci le maniche  andando avanti nel processo di emergenza e ricostruzione.Vogliamo esservi vicini in questo giorno in cui la Chiesa ricorda il viaggio doloroso di Cristo fino al luogo della sua morte. Questo Calvario oggi è nella vostra vita, nella vostra terra è un Calvario silenzioso, cupo, tenebroso, misterioso. Non è la fine! Anche se schiacciati dal dolore, dalla perdita dei familiari, della casa, non è la fine, c’è ancora la vita, la forza di vivere, la speranza che non delude incoraggiandoci al futuro.

Venerdì santo 2009, terribile e funesto, pieno di pianto e di lutto, ma è anche  Venerdì Santo di solidarietà, di vicinanza umana per tante comunità demolite nelle loro case e luoghi d’incontro. Vogliamo esservi vicini perché questa solidarietà diventi unità, generi la voglia ci scelte condivise, comunitarie, vi aiuti a tenervi vicini, uniti, a non disperdervi, dividervi come può succedere e come purtroppo è successo a noi. Il vero “dramma” del terremoto, nel tempo, è scoprirci divisi e distanti e la vera ricostruzione, poi, è quella che parte dal di dentro di ciascuno.  Forse la divisione è inevitabile, le incomprensioni per chi ha avuto di più e chi di meno, saranno pretesto, occasione, di disgregazione… vorrei solo ricordarvi che la ricostruzione, il futuro della vostra terra, forte e gentile, non può non passare nella condivisione delle scelte e nella programmazione di una rapida e certa ricostruzione integrale del territorio.Dio benedica l’Abruzzo, la nostra vicinanza sia per voi motivo di conforto!

 

don Mario Colavita

Parroco di Colletorto (CB)

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