Giorgio Marone
CAMPOBASSO – Il dg della Molise Acque, azienda speciale di emanazione regionale, ha finalmente risposto che non risponderà alla mia ultima, in ordine di tempo, richiesta di accesso e verifica degli atti. Con nota del 28 maggio, dopo 12 giorni di silenzio, l’ing. Giorgio Marone (dg di nomina fiduciaria) mi informa che non fornirà le notizie richieste il 16 maggio scorso. Risponde che non risponderà forse perché non si hanno argomentazioni serie e credibili da sostenere in merito alle ultime ventilate sette assunzioni di cui tre – sembra stipulate in questi giorni e comunque dopo la mia richiesta – di altrettante collaboratrici da impiegare al Museo dell’Acqua (almeno ci dica dov’è)?

Risponde che non risponderà perché, forse, non si possono fornire spiegazioni alle centinaia di persone che hanno partecipato all’ennesimo, arenato, bando dell’azienda, le stesse che hanno sborsato venti euro ciascuno? Il motivo della mancata risposta è ufficialmente altro: l’azienda speciale di emanazione regionale Molise Acque non rientra fra gli Enti dipendenti dalla Regione. Finalmente, ecco spiegato anche il motivo per il quale, per poter visionare uno straccio di Bilancio e quindi appurare i debiti milionari che gravano sull’azienda (non ultimi i debiti milionari con Enel), bisogna faticare…. ! In sintesi, secondo il dg Marone, “appare opportuno rimarcare come la direzione generale dell’A.S. R. Molise Acque non rientra affatto tra gli enti dipendenti per cui la disposizione citata a sostegno della richiesta del 16 maggio scorso (e cioè il riferimento al dettato dell’articolo 103 del Regolamento consiliare che consente ai consiglieri di chiedere ed ottenere informazioni, nds) non risulta applicabile all’Azienda Speciale Regionale”.

Ergo, l’azienda è regionale ma i consiglieri (regionali anche loro) non possono chiedere notizie sulle decisioni prese dalla stessa! Insomma, nelle prerogative del mio mandato istituzionale, continuo a fare domande impertinenti? Secondo le convinzioni del dg Marone, in qualità di consigliere regionale non potrei (o non dovrei?) avanzare simili richieste di accesso agli atti perché “l’accesso a notizie e/o informazioni non indiscriminato deve essere esercitato in maniera corretta e del tutto conforme ai principi ispiratori che caratterizzano il nostro ordinamento nella delicata materia, evitando richieste pretestuose oppure finalizzate a scopi ulteriori ed estranei rispetto allo svolgimento del mandato”.

Quali sarebbero, di grazia, le motivazioni “pretestuose” in base alle quali il 16 maggio ho chiesto, ufficialmente, di sapere chi sono i 7 assunti, i motivi per i quali sono stati assunti, le competenze, dove si trova il Museo dell’Acqua e cosa si intende fare con i soldi incassati (venti euro a domanda) a fronte di un concorso che non sarà mai espletato? Sempre a parere del dg Marone, il consigliere regionale “non può eccedere nell’esercizio del diritto/facoltà all’informazione, muovendolo verso altre finalità non direttamente confacenti a quelle istituzionalmente contemplate”. Chissà a quali “altri finalità” si riferisce il dottor Marone che, di fatto con l’escamotage del “rispondo che non rispondo”, sembra voler solo prendere tempo…

Mi spiace, continuerò ad avanzare richieste e a pretendere – con la forza del mandato istituzionale ed il consenso dei molisani – risposte. Da chiunque, alle dipendenze della Regione Molise, sia al vertice di enti, agenzie e aziende speciali direttamente riferibili alla stessa, con un’attenzione maggiore dove manca una guida amministrativa e, di fatto, si è in balia di strategie e visioni ancora retaggio del passato. Ci sono troppi enti dissestati, sovradimensionati. Piccoli e grandi centri di potere e di costo, spesse volte gestiti in maniera personalistica e tale da mortificare le professionalità, tante, che vi operano. Due domande, dottor Marone: se ogni operato è corretto, perché rifugiarsi nei tatticismi? Perché non collaborare per chiarire fatti circostanziati?

Salvatore Ciocca (Partito dei Comunisti Italiani)

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4 Commenti

  1. perdita di tempo
    perché non rispondere, perché temere la trasparenza, cosa si vuole, e cosa c’è da nascondere in un ente pubblico?
    Il dott. Marone avrebbe dovuto rispondere alle richieste di un consigliere regionale, fossero anche dovute ad un capriccio qualsiasi.
    Siccome non lo ha fatto, va rimosso dall’incarico, e in fretta.

  2. Rimuoviamo, che bel modo di fare politica!
    E certo, rimuoviamo i direttori per cavilli personali. Se il direttore ha sbagliato ne risponderà nella sede opportuna.Non di certo si risolve il problema rimuovendo i direttori perché non rispondono ad una richiesta? Questo mi sembra un copione già visto caro Fifino, che di concreto ha poco.

  3. sei fuori strada
    Stai confondendo ciò che è personale e ciò che è pubblico. Quando un consigliere regionale fa una richiesta, questa assume il valore di un atto pubblico, fatto da un rappresentante pubblico, a tutela dell’interesse pubblico. Se poi aggiungiamo che questo è il rappresentante democraticamente eletto di un ente che è anche proprietario di Molise Acque, allora,appare chiaro che l’atteggiamento del dr. Marone assume una particolare gravità. Perchè denota supponenza, mancanza di rispetto dei ruoli, e autoreferenzialità.Il tutto senza un motivo perchè il consigliere aveva solamente chiesto di accedere agli atti che, per la legge della trasparenza non hanno niente di segreto e devono già essere a disposizione del pubblico.
    A meno che a molise acque non si fabbrichi l’acqua pesante per costruire le bombe atomiche.