CAMPOBASSO _ Grazie alla Legge regionale n. 36/2005, approvata nella scorsa legislatura, che disciplina il ricorso al Referendum previsto dall’art. 123, terzo comma , della Costituzione, oggi esiste lo strumento per far decidere ai cittadini se accettare questo Statuto o se, come crediamo in tanti, sia meglio rispedirlo al mittente. Il riferimento, naturalmente, è ancora una volta alla norma che ha previsto di aumentare il numero dei consiglieri regionali, la figura del sottosegretario e ben 8 (otto) assessori esterni, aumentando a dismisura e con assoluta leggerezza i costi della politica. 

“Francamente – prosegue Paglione – credo che nessuno si fosse accorto che il Molise non aveva ancora approvato il nuovo Statuto, così come previsto dall’art. 123, secondo comma, della Costituzione. Così come mi sembra davvero poco felice l’idea di giustificarsi, dicendo ai molisani che quando il centro sinistra andrà al governo di questa Regione sicuramente cancellerà la norma che aumenta il numero dei consiglieri e i costi della politica. Dire, tra l’altro, che a questo punto non serve il ricorso al referendum e che è molto più semplice chiedere la calendarizzazione dei lavori per la discussione e l’approvazione, da parte del Consiglio regionale, della proposta di legge, presentata nel 2007, per la riduzione del 50% delle indennità e di tutti i benefit a favore dei consiglieri regionali, significa pensare davvero che chi ascolta e legge queste cose abbia l’anello al naso.

Come si può far credere che adesso e soltanto adesso, dopo ben quattro anni, ci si è ricordati di fare la voce grossa per chiedere l’immediata calendarizzazione dei lavori per l’approvazione di questa legge? Dispiace constatare che tutto ciò accade mentre la gente molisana, a giusta ragione, si sarebbe aspettata un atteggiamento più consono al momento di grave difficoltà che stiamo vivendo. Si chiudono gli ospedali, si tagliano i trasporti, si chiudono le scuole e la casta che fa? Aumenta le poltrone. Comprendo che dall’opposizione è tutto più difficile, tuttavia non capisco perché era così complicato esprimere, in modo chiaro un voto contro lo Statuto. Votando no si sarebbe usciti a testa alta da questa brutta vicenda che, purtroppo, ancora una volta, diventa un’occasione persa e, cosa ancora più grave, ci fa apparire tutti uguali di fronte all’opinione pubblica.

Ecco perché, a questo punto, l’unica strada percorribile diventa quella del referendum popolare”. “Per questo – conclude Paglione – credo che i consiglieri regionali del centro sinistra che non hanno votato contro lo Statuto possano dichiarare la disponibilità, con la propria firma, a raggiungere il numero di 6 (sei) consiglieri previsto dall’art. 2, comma 2, della Legge regionale n. 36 del 31 ottobre 2005 – in pratica 1/5 dei componenti il Consiglio regionale – per chiedere che si proceda a referendum popolare. Questo eviterebbe la raccolta di circa cinquemila firme e sarebbe davvero un bel gesto che potrebbe valere, in questo momento di disaffezione verso la politica, a ricreare un minimo di fiducia nei cittadini”.

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1 commento

  1. BRAVO Paglione. HAI DETTO UNA COSA GIUSTA.
    Se i consiglieri regionali che sono contro le scelleratezze contenute nel nuovo Statuto Regionale riescono, con la propria firma, a raggiungere il numero di 6 (sei) consiglieri previsto dall’art. 2, comma 2, della Legge regionale n. 36 del 31 ottobre 2005 – in pratica 1/5 dei componenti il Consiglio regionale si può procedere ad un referendum popolare evitando la raccolta di circa cinquemila firme.
    IN QUESTO CASO I CITTADINI-ELETTORI-CONTRIBUENTI HANNO LA POSSIBILITA’ DI CAPIRE DA CHE PARTE STANNO QUEI CONSIGLIERI CHE SI SONO ASTENUTI O SI SONO ASSENTATI NEL MOMENTO IN CUI SI VOTAVA, IN SECONDA LETTURA, IL NUOVO STATUTO.