Alberto Montano
Alberto Montano
TERMOLI _ Ho atteso qualche giorno prima di intervenire sul nuovo Piano Sanitario inviato dal sub –commissario ai Ministeri competenti, per avere il tempo di studiare il corposo documento, che era quasi del tutto a me sconosciuto. Ora a ragione posso dire che alcune cose buone ci sono in termini di riorganizzazione e razionalizzazione del nostro Sistema Sanitario Regionale, a partire da un potenziamento della medicina dei servizi e del territorio e ad un rafforzamento degli strumenti di governo clinico e gestionale del sistema. Ma a fronte di questo è assolutamente inaccettabile quanto previsto per la riprogrammazione della rete ospedaliera, che risente evidentemente da un lato della non conoscenza della nostra realtà territoriale e dall’altro dell’applicazione di criteri parametrici calati profondamente come un bisturi gelido nel corpo vivo di una sanità già sofferente. Non sarò io a disconoscere la necessità della razionalizzazione e del ridimensionamento necessario per salvare la Regione dal default finanziario, perché sono dieci anni che sostengo questa necessità. Eppure è evidente che a questo Piano, esclusivamente e gelidamente tecnico, manca quello che la politica deve aggiungere non solo in termini di equità e di giustizia sociale ma anche di razionale e lungimirante programmazione.

E’ inaccettabile infatti che nella riduzione dei posti letto il taglio riguardi prevalentemente gli ospedali pubblici che tra il 2007 e il 2011 hanno visto una riduzione del 37% dei posti letto, in confronto alla riduzione del 17% delle strutture private. E’ inaccettabile che la distribuzione dei posti letto nei tradizionali bacini di utenza veda i cittadini del Basso Molise avere per l’assistenza in ospedale solo 174 posti letto che corrispondono ad una percentuale di 1,7 per mille abitanti a fronte dei 3,7 per mille che prevede lo standard nazionale e che pure è stato utilizzato nel calcolo regionale. E’ inaccettabile che non si tenga conto che nell’ospedale di Termoli ci sono realtà sanitarie efficienti, consolidate e altamente specializzate come la Cardiologia con il suo laboratorio di emodinamica per l’emergenza cardiologica diurna e notturna, l’Otorinolaringoiatria, l’Urologia. E’ inaccettabile che si sguarnisca il territorio regionale del Basso Molise che rappresenta, al di là e oltre i residenti, il presidio assistenziale per tutte le migliaia di lavoratori che afferiscono ogni giorno alle industrie e le decine di migliaia di turisti che nei mesi estivi affollano la costa e che aumentano fortemente il carico assistenziale.

E’ inaccettabile che nella programmazione sanitaria territoriale si indebolisca l’offerta specialistica ospedaliera in un’area di confine e facile alla migrazione come quella del Basso Molise, perché, in un ragionamento molto semplice da comprendere, questo si traduce immediatamente in un forte aumento della mobilità sanitaria verso le regioni confinanti e quindi in un danno anche economico. E chi conosce la nostra realtà sa di cosa parlo. Per questo penso che sia necessaria, soprattutto questa volta, una seria mobilitazione popolare e politica. Per questo ho intenzione di proporre ai Capigruppo Consiliari e al Sindaco la mobilitazione di tutti e la convocazione con urgenza di un Consiglio Comunale da tenere significativamente nel nostro Ospedale, per parlare del Piano Sanitario ed assumere posizioni forti e irrinunciabili. Anche ricorrendo alla magistratura se necessario per tutelare la nostra salute e perché questo gioco al massacro della sanità pubblica non può essere supinamente accettato. E faccio appello a tutte le Amministrazioni Comunali del territorio perchè contemporaneamente si mobilitino per affermare il diritto alla salute della nostra gente.

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