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Nicola Felice
TERMOLI – Nell’ultima seduta il Consiglio Regionale ha ottemperato a quanto disposto dallo statuto, rinnovando il Presidente del Consiglio, l’ufficio di presidenza e le commissioni. Chi si aspettava “ferro e fuoco” con dibattito e posizioni distinte e distante tra la maggioranza e l’opposizione, visto il risultato (19 voti a favore dei 21 consiglieri) dal neo Presidente del Consiglio Cotugno, è rimasto deluso.

Si è registrato, per molti senza sorpresa, l’allargamento della maggioranza, grazie alla classica “transumanza” con l’arrivo di due consiglieri (Micone e Monaco) dall’opposizione. Del resto tale “mal costume” è sempre più praticato anche in Parlamento, dove a metà legislatura si registrano oltre 300 cambi di “casacca”, su circa 1000 parlamentari. Questo “fenomeno” sembra non faccia più notizia soprattutto per la gente comune, ormai stufa e sempre più dedita ai reali e gravi problemi a cui è attanagliata  per la crisi: disoccupazione, chiusure di attività, mancanza di reddito, desertificazione del territorio, carenza e diminuzione di servizi essenziali,  ecc…

Nell’ultima seduta , in un clima “vogliamoci bene”, sembra siano stati assolti gli impegni presi tra i partiti e le liste della coalizione vincente. Non solo, si lascia anche l’impressione che siano stati assunti nuovi impegni e/o accordi, con limiti di “appartenenza” flessibili,  per le prossime elezioni, a partire dal Comune di Isernia. Tale ipotesi sarebbe anche supportata dalla “brillante” e facile affermazione ottenuta dal neo Presidente Cotugno nel raggiungere la meta da tempo definita. 

Per quanto avvenuto in consiglio regionale, il Molise sembra riproporsi, come in passato, da “laboratorio politico”, sperimentando il Partito della Nazione immaginato dal Presidente Renzi: PD  senza la sinistra estrema, allargamento al centro con l’area liberal-democratica, esclusione della destra. 

La sperimentazione  pare stia già a buon punto, lo dimostra: il rafforzamento del Presidente Frattura (Renziano DOC), vincitore con la sua squadra nella “battaglia” interna al PD, incassando il supporto dei costituenti (nuova invenzione) intergruppi: Facciolla-Micone,Ciocca-Ioffredi-Monaco; la  “sterilizzazione” della minoranza PD; il convergere dei voti su Cotugno e le dichiarazioni di responsabilità “per il bene del Molise” degli esponenti del restante centrodestra di estrazione liberal-democratica; l’assenza,ormai di fatto, dei rappresentanti in consiglio dei partiti di estrema sinistra e della destra estrema mai realmente presente. Così, l’unica opposizione pare essere il M5S.
Preso atto di quanto avvenuto e deciso nell’ultima seduta, sembra siano stati raggiunti e “sistemati” gli obiettivi propri dei consiglieri regionali. Ora è giunto il momento di mettere in agenda e, finalmente, risolvere, con l’unità di intenti che pare essere raggiunta, i veri problemi dei cittadini: lavoro, sanità, trasporti, viabilità, …..

Per primo, e in tempi strettissimi và affrontato la questione Sanità approvando il Piano Sanitario Regionale, e aggredito il debito finora accumulato di oltre 295 milioni di euro; ma soprattutto è impellente risolvere la carenza di personale di reparto (medici, infermieri, ecc..). Ciò tenuto conto anche della scadenza entro l’anno dei contratti a tempo determinato per il personale precario, incarichi non rinnovabili, salvo concessione in deroga al blocco del turn over, da parte del tavolo tecnico interministeriale. Questa criticità crescerà ancora dal prossimo 25 novembre, con l’entrata in vigore  della legge che dispone per il personale medico  massimo 48 ore settimanale di lavoro, turni non superiore a 13 ore e riposo non meno di 11 ore.

Se a ciò non ci sarà soluzione si avranno l’eliminazione di reparti, la chiusura di intere strutture sanitarie, e i livelli essenziali di assistenza non garantiti. In tal caso al Molise resterà da “sperimentare”  il nulla, restando solo un “papocchio”.

Nicola Felice
Presidente Comitato San Timoteo 
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