CampopianoOreste2011
TERMOLI – La riforma del “sistema Giustizia” e delle sue articolazioni territoriali, è uno dei grandi temi dell’agenda di Governo e va quindi letta nell’ambito del più generale e complesso disegno di riorganizzazione, semplificazione e riduzione dei costi dello Stato.
Per quanto qui interessa, l’analisi deve necessariamente prendere le mosse da quanto la Commissione Vietti ha posto come obiettivo specifico e cioè: “la riduzione del numero delle Corti di Appello; il completamento della nuova carta giudiziaria degli Uffici di primo grado; la riforma dell’assetto ordinamentale delle Procure Generali, degli Uffici Minorili e dei Magistrati Distrettuali giudicanti e requirenti”.

 
Un vero e proprio terremoto difronte al quale francamente non credo siano sufficienti le pur necessarie e doverose deliberazioni delle Istituzioni locali e regionale,in uno all’impegno profuso dagli operatori della Giustizia per la sensibilizzazione della opinione pubblica, in una Regione che nel suo complesso esprime indicatori ben al di sotto di quelli fissati in sede tecnica e politica.
Sempre nella relazione Vietti si legge ad es. che le Corti di Appello ( in totale 26 oltre le tre sezioni di Bolzano,Sassari e Taranto) sono dislocate sul territorio in maniera ”fortemente disomogenea” ed i “due estremi di Milano e Campobasso,danno il senso di questa affermazione”( sei milioni di utenti per il distretto di Milano, con 9 Tribunali; 314.000 abitanti, con tre Tribunali ,per quello di Campobasso “soglia che legittima il mantenimento dei Giudici di Pace”). Benchè il servizio Giustizia non possa, né debba essere erogato o qualificarsi solo in termini numerici, essendo evidentemente molto più complessi ed articolati i parametri di riferimento, non è pensabile che la decisione finale possa prescindere …”dai requisiti dimensionali minimi e coerenti con un modello di efficienza ideale individuato sulla base della estensione territoriale,della popolazione amministrata,dell’indice delle sopravvenienze,e dei carichi di lavoro…”(così testualmente la relazione Vietti). Criteri riassunti anche nella bozza di legge delega al Governo ove, all’art.2,si prevede l’ulteriore RIDUZIONE degli Uffici giudiziari di primo grado,ridefinendone l’assetto territoriale “anche mediante l’attribuzione di porzioni di territori a circondari limitrofi”.

Va rilevato in proposito che già con i decreti leg.vi 155 e 156 del 2012 si è proceduto alla totale eliminazione delle sezioni distaccate dei Tribunali ; alla soppressione di 30 Tribunali e relative Procure, oltre ai Tribunali di Avezzano, Sulmona,Lanciano e Vasto la cui definitiva chiusura è postergata al 2018 per le difficoltà conseguite agli eventi sismici del 2009. Se poi si valuta nella sua effettiva portata pratica che è stata di fatto superata la regola che ogni distretto di Corte di Appello comprendesse non meno di tre Tribunali, si comprende agevolmente come l’attuale sistema di distribuzione degli Uffici giudiziari in Regione sia esposto a forti e concreti rischi di soppressione, non solo del Distretto, ma anche di almeno due dei tre Tribunali attualmente esistenti.

Come uscire da questo vortice è compito, in primis della classe politica,alla quale compete di individuare le possibili soluzioni con l’urgenza imposta dai tempi ristretti previsti nella legge delega ( 12 mesi dalla sua approvazione parlamentare). Ogni esitazione renderebbe di per sé superfluo qualsiasi intervento ed irreversibili le scelte governative .Ma occorrerà anche coraggio e determinazione nel superare visioni troppo conservatrici o peggio ancora cedere a logiche di campanile che rischierebbero di accelerare,anzichè frenare, il percorso riformatore inteso alla riduzione dei presidi giudiziari in Regione.

Poche considerazioni al fine di offrire un personale quanto modesto contributo al dibattito in corso.
L’eventuale soppressione del Tribunale di Larino,considerata la già disposta chiusura dei Tribunali di Lanciano e Vasto, priverebbe del necessario presidio giudiziario (anche di Procura) un vastissimo territorio che si estenderebbe da Pescara a Foggia per circa 200 km. interessando ben tre Regioni. Un territorio che si sviluppa lungo la direttrice adriatica nord / sud, su vie di comunicazione efficienti, con una sostanziale omogeneità nella struttura economica,sociale e territoriale ( con la presenza di realtà industriali, commerciali ed imprenditoriali significative). Lungo questo ampio tratto il Molise si pone geograficamente come elemento centrale, profilo dal quale sarebbe difficile prescindere nell’ambito di qualsivoglia valutazione delle ipotesi di riforma della geografia giudiziaria. Se ciò è vero, come è vero,in applicazione del criterio proposto dalla stessa Commissione Vietti, potrebbero essere accorpati all’attuale circondario del basso Molise territori ricadenti nei limitrofi circondari di Vasto e di Foggia. A tanto conseguirebbero, non solo indubbi benefici sotto il profilo della stabile conservazione del presidio giudiziario, ma anche una sicura aderenza ai criteri dimensionali , sia sotto il profilo numerico del rapporto con la popolazione amministrata , sia di quello afferente la estensione territoriale. L’ipotesi prospettata sarebbe utile elemento di discussione anche sul versante della conservazione del Distretto di Corte di Appello, oggi etichettato dalla Commissione come “micro-distretto” perché consentirebbe al Molise almeno di eguagliare (numericamente) Distretti quali Reggio Calabria, Potenza,Messina, Trento e Bolzano.

Disperdere oggi le limitate energie di cui il Molise dispone sarebbe atteggiamento irresponsabile e probabilmente irreversibile, non solo per i presidi giudiziari di questa Regione.

avv.Oreste Campopiano
componente del CDO degli avv.di Larino
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