Oreste Campopiano
Oreste Campopiano
TERMOLI _ A Colle Oppio, elegante e centralissimo quartiere di Roma con vista sul Colosseo, sotto la casa del Ministro per lo sviluppo economico, è apparso uno striscione con la scritta: “Cerchi casa? Chiedi a Scajola!”. I romani, si sa sono un popolo dotato di innata ironia e di sottile sarcasmo. Ma in questo caso, ahimè, quella scritta non è né ironica, né sarcastica. Non mi unisco al coro delle prefiche che vedrebbero di buon occhio alla gogna chiunque amministri la cosa pubblica, ma non posso francamente unirmi nemmeno al coro della solidarietà tout court, della testimonianza preventiva, delle attestazioni di stima e condivisione, spesso condite da abbondante ipocrisia.

Nel caso del Ministro Scajola è in gioco non tanto il profilo giudiziario della vicenda (allo stato non è nemmeno indagato e verrà sentito dai PM di Perugia quale persona informata sui fatti), bensì l’opportunità politica e la “forza dell’esempio” che un uomo di Governo deve dimostrare con una condotta pubblica e privata irreprensibile , della quale deve poter rendere conto in ogni circostanza, anche difronte alle imboscate mediatiche che sono tanto più frequenti e devastanti, quanto più elevato è il ruolo pubblico ricoperto. Se la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto, figuriamoci Cesare. E allora, caro sig. Ministro, Lei qualche spiegazione dovrà pur darla sui fatti che Le contestano, perchè non le sarà certamente sfuggito che anche sul sito del PDL, nella pagina riservata al blog “spazio azzurro”, elettori e simpatizzanti non Le risparmiano critiche pungenti.

Questa vicenda, per quanto dolorosa ed imbarazzante, non va affrontata solo con le dimissioni ( la qual cosa La onora, anche se fino a ieri ha manifestato una diversa volonta’ ) ma va chiarita subito e pubblicamente, affinchè gli scricchiolii sinistri che si avvertono nella maggioranza non coinvolgano il progetto più generale di Governo del Paese. E mi sia consentito l’ardire, da cittadino di Provincia: dia risposta alle domande che molto più autorevolmente di me le ha rivolto Vittorio Feltri sul “Giornale”. Serve però che lei fornisca una spiegazione convincente perchè, se è vero che la casa a Colle Oppio è Sua, il problema, sotto il profilo politico, è di tutti noi che apparteniamo al…. Popolo (…della Libertà).

E questo clima di accresciuta tensione non giova di certo alla prospettiva della grande riforma del Paese che invece rischia di segnare ulteriormente il passo e di incagliarsi definitivamente sugli scogli. Si, proprio come l’ “anemone di mare “, (non alludo ovviamente al noto costruttore sig.Ministro), ma a quell’organismo piu’ comunemente noto con il nome di “attinia”, dotato di tentacoli urticanti, che vive spesso in simbiosi con granchi e paguri a tutte le profondità marine ancorato appunto sugli scogli.

Avv.Oreste Campopiano
Segr.reg.Molise N.PSI – PDL
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6 Commenti

  1. l’ipocrisia non appartiene alle caste.
    Scusi Avvocato ma la domanda sorge spontanea; se un cristiano invece della casa cerca un centro termale a chi si deve rivolgere??? Avv. in questa società il + pulito ha la rogna, come suol dirsi, certi argomenti…è meglio evitarli. Concorda con Me? La saluto come al solito.

  2. Scajola s’e’ dimesso. In ritardo, certo. Ma si e’ dimesso…
    Caro avvocato può spiegarmi da tecnico il motivo delle dimissioni di Scajola senza un avviso di garanzia (sulla base di indiscrezioni), mentre Cristiano Di Pietro per la vicenda Mautone, sulla base di indiscrezioni (Da LAStampa del 15.01.2009 – Perché il problema dell’inchiesta napoletana non è soltanto quello di Cristiano Di Pietro, il figlio sprovveduto, incauto che fa le raccomandazioni e ha un rapporto con Mautone che va molto al di là «degli ambiti di competenza istituzionale» – come quando chiede al provveditore incarichi e consulenze per amici di Bologna – e che si è «autosospeso» da Italia dei Valori.) non si dimise dal consiglio PROVINCIALE del Molise?

  3. Ballarò, D’Alema perde la calma: “Sallusti vada a farsi fottere”.
    Avvocato, uno spunto per la sua prossima pubblicazione.
    Anche i “grandi” perdono le “staffe”. E’ successo ieri sera a Ballarò, nel salotto di Giovanni Floris. A essere chiamati in causa: Massimo D’Alema e Alessandro Sallusti, condirettore de Il Giornale. Il motivo della discussione ? La cosiddetta “affittopoli” degli anni Novanta concernente presunti favori ai politici per l’acquisto e gli affitti di cui avrebbero beneficiato in molti, in particolare il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, e lo stesso D’Alema.

  4. Il mondo politico – e non solo – vive nell’ipocrisia. Purtroppo ai cittadini va bene così….perchè, malgrado le critiche, i voti premiano spesso, non sempre! le persone meno trasparenti, vicine alle logiche clientelari, a volte purtroppo anche incompetenti….allora occorre serietà da parte di tutti:Politici e soprattutto CITTADINI. Come può un governo, una amministrazione essere limpida e trasparente se i rappresentanti del popolo sono espressione di una società che chiara, limpida, trasparente non è?