Il palazzo di via Sardegna
TERMOLI _ II 14 luglio è stato presentato esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Larino per i fatti accaduti il 5 luglio scorso, durante le operazioni di rilascio dell’appartamento in Termoli via Sardegna n.4, compiute dall’ufficiale giudiziario del Tribunale di Larino -sezione di Termoli, a carico Remo Di Giandomenico e sua moglie Patrizia De Palma. La vicenda nasce da una vecchissima espropriazione forzata del 1995 fatta presso il Tribunale di Larino, contro De Palma Vito e Cellesi Silvana, proprietario il primo dell’appartamento in questione, che dopo ben 15 anni è arrivata alla vendita all’asta.
 
Venduto all’incanto l’appartamento di via Sardegna, compiute dal Tribunale tutte le registrazioni del trasferimento della proprietà dell’appartamento, è poi l’ufficiale giudiziario che deve immettere gli acquirenti nel possesso e liberare l’appartamento, se l’immobile è occupato. E l’appartamento di via Sardegna era ed è occupato dalla figlia, col suo consorte, del vecchio proprietario espropriato: la dott. Patrizia De Palma ed il dott. Remo Di Giandomenico. I due sono però ricorsi a tutti i più consueti stratagemmi che vengono utilizzati per impedire che l’ufficiale giudiziario compisse l’immissione nel possesso.

Il 23 di giugno, ad un primo tentativo dell’ufficiale giudiziario, c’era un certificato medico della dott. De Palma, che avendo una colica renale non poteva lasciare il letto, al secondo tentativo del 5 luglio c’era il certificato del marito, assistito dallo stesso medico, che avendo una lombosciatalgia non poteva lasciare il letto.

Ed a quel punto è successo di tutto: il medico fiscale, chiamato dall’ufficiale giudiziario, ha affermato che per trasportare il Di Giandomenico in ospedale era necessario un cardiologo; i sanitari del 118 che, pur attrezzati per qualunque emergenza, non avevano un cardiologo e non l’hanno trasportato; i Carabinieri chiamati per placare le intemperanze del medico personale del Di Giandomenico; il reparto di cardiologia dell’ospedale di Termoli dove, interpellati, rispondevano di richiamare tra venti minuti; il poliambulatorio dell’ASREM di Termoli incontattabile telefonicamente e dove, recativisi di persona, il cardiologo risultava assente per una visita e che poi si presentava nell’appartamento di via Sardegna, ma rifiutava l’accompagnamento perchè non autorizzato a salire in ambulanza. E stato d’obbligo quindi, per gli acquirenti, far conoscere alla Procura della Repubblica tutti i fatti accaduti e diramare un comunicato stampa per spiegare il corretto svolgimento dei fatti.

Avv. Paola Nuonno

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