CAMPOBASSO _ L’Assessore Nicola Cavaliere ha inviato una nota al Ministero delle Politiche agricole per evidenziare le difficoltà alle quali vanno incontro gli operatori molisani della pesca dovute al fermo biologico. “Il primo dato che mi preme evidenziare è quello relativo allo stato delle risorse marine che mai come quest’anno attraversa una fase di forte criticità tale da richiedere un’attenta valutazione circa i possibili strumenti e politiche da adottare e un forte coordinamento, tra le azioni delle diverse Regioni adriatiche. Rispetto alla prima proposta di decreto sul fermo – afferma l’Assessore – avevamo sollecitato un blocco della attività di pesca a strascico e/o volante fino alle 5 miglia, a partire dal mese di luglio fino ad ottobre, nella convinzione che tale soluzione possa rappresentare l’unica misura a poter avere un impatto positivo sullo stato delle risorse marine dell’Adriatico.

Un secondo elemento riguardo il fermo temporaneo straordinario obbligatorio sul quale le Vostre posizioni convergono, scientificamente supportate, al fine di garantire un equilibrio tra le risorse biologiche e l’attività di pesca, per un fermo continuativo senza distinzioni territoriali. A tal fine mi preme ribadire – prosegue Cavaliere – che l’attuazione di una tale misura va assolutamente condivisa con tutte le aree territoriali interessate, per evitare inutili competizioni tra le diverse marinerie ed innescare una guerra tra poveri, che non avrebbe altro risultato se non quello di aggravare la già pesante situazione economico-finanziaria del settore. Inoltre è necessario individuare un giusto equilibrio tra la tutela delle risorse e la tutela socio economica degli operatori del settore e del relativo indotto. Pertanto, la bontà degli interventi dovrà essere valutata dall’impatto positivo sulle risorse marine, dalle ripercussioni sui mercati e dal reddito degli operatori della marineria.

Tanto premesso, considerato l’ampio dissenso suscitato dalla Vostra proposta di Decreto, presentata il 21 giugno u.s., e ritenendo che il luogo di concertazione e di raccordo delle diverse posizioni territoriali non può che rimanere il tavolo dell’Unità di Crisi, creato ad hoc per affrontare tali questioni, esprimo preoccupazione per eventuali contrattazioni che potrebbero nascere al di fuori dei contesti Istituzionali finalizzate, unicamente, a trovare soluzioni e accomodamenti in cui prevalga “il male minore” e che aggraverebbero la pressione sociale nei territori, con l’unico risultato di irrigidire i rapporti tra le diverse amministrazioni regionali che, al contrario, dovrebbero coordinarsi su politiche e strategie comuni. Per questo aspettiamo, a breve, una nuova riunione del organismo competente, in cui possano essere esplicitate e condivise le proposte con le soluzioni di mediazione. L’ultimo elemento che tengo a sottolineare attiene alle azioni coordinate tra le diverse regioni adriatiche interessate con l’obiettivo di garantire una certa flessibilità nelle fasi di attuazione ma sempre nel rispetto pieno degli impegni presi.

In tal modo questi ultimi avrebbero una possibilità di riuscita maggiore di quelli imposti e non coordinati. Allo stesso modo ribadisco quelli che sono gli elementi fondamentali per la Regione Molise: periodo di fermo temporaneo dell’attività di pesca tra il 15 luglio e il 15 agosto; flessibilità nell’individuare forme di coordinamento con le aree limitrofe; fermo continuativo non superiore ai 30 giorni; possibilità d’integrazione del reddito per le imprese della pesca per un periodo non inferiore ai 15 giorni. È solo con tali provvedimenti e garanzie che si possono evitare disagi e reazioni da parte degli addetti del settore. In tale ottica l’Assessorato da me rappresentato, da subito si metterà al lavoro con l’obiettivo di avviare un tavolo Istituzionale con le regioni dell’Adriatico attraverso il quale individuare strumenti e ricerche finalizzate a: • valutare e monitorare lo stato delle risorse marine dell’Adriatico e di quelle socio-economiche ad esse collegate; • definire programmi e strumenti comuni per una loro salvaguardia e valorizzazione; • attuare strategie coordinate rispetto ai cambiamenti della politica comunitaria ed all’implementazione dei relativi programmi”.

Articolo precedenteOstruzionismo a Montecitorio dell’Idv. Passa interrogazione Di Giuseppe su musica
Articolo successivoFrancesco Caruso inaugura la sua sede per ricevere cittadini