CAMPOBASSO _ Martedi 22 febbraio il Consiglio Regionale ha approvato il nuovo statuto regionale, uno statuto prodotto tutto dentro le stanze del potere di Palazzo Moffa, senza nessun coinvolgimento popolare dei cittadini e su cui ricadono le scelte degli amministratori. Lo statuto approvato oltre alle discutibili finalità contenute nell’art. 1 (finalità della Regione Molise) prevede anche l’aumento dei consiglieri regioni da 30 a 32, l’istituzione della figura del sottosegratario, l’incompatibilità tra la carica di consigliere e quella di assessore, quindi in sintesi, il prossimo consiglio regionale sarà composto da 40 persone e 40 poltrone per costi aggiuntivi di oltre un milione di euro all’anno. Crediamo che tutto questo sia uno schiaffo ai precari, alle persone in cerca di lavoro, alle persone in cassa integrazione guadagni, agli studenti che chiedono risorse per la formazione, agli imprenditori che chiedono aiuti per le loro aziende in crisi, agli anziani che vivono di social card, ad una crisi economica e sociale che in Molise si consuma in contrapposizione agli sprechi di risorse di questo governo regionale.

Si è voluto a tutti i costi far si che la discussione rimanesse tutto di “palazzo”, tutta interna ai “palazzi” istituzionali della politica. Blindare la politica, blindare le istituzioni, renderle impermeabili a qualsiasi forma di partecipazione attiva dei cittadini, questo è il senso dello Statuto approvato. Ci duole constatare che nessun partito, gruppo consiliare presente in Consiglio Regionale abbia avuto il buon senso di aprire un dibattito, nei mesi scorsi, anche perché, pensiamo, che lo Statuto andava discusso nei luoghi di lavoro, nelle scuole, tra i movimenti sociali, nelle istituzioni locali Molte proteste si sono alzate dopo l’approvazione dello Statuto, molti rappresentanti istituzionali hanno stigmatizzato l’approvazione di queste norme, parti importanti del mondo produttivo hanno preso posizione contro l’aumento dei costi della politica, molti hanno chiesto un referendum abrogativo. UnitiControLaCrisi è tra questi.

Vogliamo un referendum , cosi come stabilito dall’art. 123 comma 3 della Costituzione Italiana e dalla Legge Regionale 36/2005 (servono 1/50 di sottoscrittori in base alla popolazione, quindi circa 7.000 firme) per cancellare questa vergogna affinché i cittadini siano gli attori protagonisti della vita sociale, politica e culturale della Regione e non essere trattati come ignavi spettatori o clienti del mercato della politica. Nei prossimi giorni convocheremo una conferenza stampa per illustrare le iniziative che intendiamo promuovere per l’indizione del referendum. UnitiControLaCrisi – Molise

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