TERMOLI – Dalla divulgazione della notizia che Termoli avrebbe accolto 100 profughi per lo più di origine africana, è esploso il dibattito, a tutti i livelli, in materia di immigrazione. Inoltre, quasi ogni gruppo politico ha preso posizione sull’argomento. L’iniziativa più recente è di pochi giorni fa quando esponenti locali appartenenti ad Alleanza Nazionale, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega nord Termoli, hanno indetto una raccolta firme in piazza chiedendo l’annullamento dell’operazione “Mare Nostrum“, dimenticando però che tale operazione ha già le ore contate; tra qualche giorno infatti, nell’indignazione di organizzazioni umanitarie come Amnesty International, Medici Senza Frontiere o Save the Cildren, “Mare Nostrum” sarà solo un ricordo in quanto, dal primo di Novembre, prenderà il via l’operazione europea “Triton“, affidata all’agenzia Frontex (ma coordinata dall’Italia) che si occuperà del controllo delle frontiere marittime. Pronta la risposta della sinistra termolese e dei movimenti che hanno contestato l’iniziativa.
Il dibattito non si è fermato ai soli partiti e movimenti politici e ha interessato, potremmo dire, la totalità dei cittadini termolesi: tutta la gamma delle possibili opinioni in materia è stata interessata, dalla pura xenofobia alla solidarietà più disinteressata verso questi profughi che da alcuni giorni risiedono nella specifica struttura d’accoglienza. La rete, nello specifico Facebook, non si è sottratta dal prendere posizione: quella fermamente contraria a questa politica di gestione dell’immigrazione del gruppo “Termoli Ribelle”, fino alla catena di solidarietà verso i migranti realizzata dal gruppo “Si può fare”. In questa galassia di posizioni il MoVimento 5 Stelle ha una sua collocazione ben precisa, frutto di attente considerazioni in materia, che riguarda particolarmente l’Italia ma che la collocano in un contesto europeo, allargando il fronte dell’emergenza che passa così da nazionale a comunitario, con conseguente riduzione dell’impatto del fenomeno soprattutto per il nostro Paese.

Alcune considerazioni: l’Italia non può più essere considerata uno Stato autonomo ed indipendente, anche perché, di fatto, non lo è più, in virtù dei numerosi trattati che hanno giuridicamente consolidato il concetto di Unione Europea, e che cedono pezzi della nostra sovranità nazionale a vantaggio di una europea, tanto da essere ormai quasi “più Europa che Italia”. mediterraneoInoltre la sua collocazione geografica rende inevitabilmente l’Italia il Paese più esposto ai flussi migratori che incidono sul Mediterraneo: una lunga penisola con quasi 8000 km di coste che si distende nel mezzo del mar Mediterraneo, esposta su 3 fronti, un lembo di terra proteso verso l’estremo Sud dell’Europa fino a distare solo 113km dalla Tunisia e, quindi, dall’Africa (Lampedusa geologicamente è africana). Un ponte naturale trans-continentale. In virtù di tali fattori, è naturale ed opportuno considerare l’Italia come il confine amministrativo tra Africa ed Europa, ovvero il primo approdo per chi cerca rifugio in Europa, compresi gli Stati membri dell’estremo Nord-Europa. Qualcuno, non a torto, ha definito l’Italia “la banchina d’Europa“, ed effettivamente lo siamo. Anche da queste considerazioni nasce la posizione e, soprattutto, l’idea del Movimento 5 Stelle, che è, in primis, di mutua accoglienza a tutti i popoli che ne necessitano, in un’ottica decisamente più europeista di quanto lo sia attualmente, il che significa che ogni Stato membro dovrebbe avere il dovere di accogliere, in proporzione, un dato numero di profughi, compresi paesi come Norvegia o Svezia che per le loro latitudini, sono decisamente meno interessati dal fenomeno.

Del resto molti dei profughi che accogliamo, ambiscono a ben altre realtà, come l’Olanda o la Francia (dove comunità di determinati Stati africani sono più consistenti e radicate sul territorio), ma si trovano bloccati in Italia per una serie di questioni legate alla richiesta di asilo o, in genere, vincolati dal fatto che il nostro è il primo paese dove approdano. Nello specifico, la posizione del MoVimento in materia di immigrazione è scandita da 2 mozioni approvate sia dal Senato che dall’Europarlamento che rappresentano anche una vittoria politica pentastellata. Tale documento si articola nei seguenti punti: Chiedere, anche in forza della presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea, una più decisa cooperazione dell’insieme degli Stati membri per affrontare l’emergenza umanitaria nel Mediterraneo attraverso finanziamenti adeguati alle operazioni di soccorso e di accoglienza stessa dei profughi e dei rifugiati nonché al contrasto del traffico di esseri umani; Sostenere fattivamente le essenziali azioni svolte sia dall’Agenzia Frontex che dall’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo, nonché dagli altri organismi preposti alla gestione del fenomeno dell’immigrazione anche proponendo lo spostamento delle sede operativa dell’Agenzia Frontex nel territorio italiano, al fine di realizzare un coordinamento delle operazioni di salvataggio ed assistenza ai migranti, nonché la tutela delle frontiere dell’Unione europea, suddividendo in modo solidale, tra i membri dell’Unione europea, il carico umano ed economico di tale drammatica emergenza;

Sollecitare l’Unione europea ad una più efficace azione nei confronti dei Paesi di origine e di transito, impegnando e incentivando i rispettivi Governi a porre in essere una seria politica di gestione dei flussi, soprattutto nella lotta alle organizzazioni criminali che lucrano sul traffico di esseri umani; Sospendere immediatamente la pratica del cosiddetto “respingimento”, in attuazione dei trattati internazionali già oggi vigenti ed alla luce dei recentissimi pronunciamenti della Corte di Giustizia europea, i quali indicano detta pratica quale compromettente il fine di realizzare una politica di allontanamenti nel rispetto dei diritti fondamentali della persona; Favorire le attività per il ricongiungimento dei minori con i loro genitori allorquando giunti sul territorio italiano sul piano comunitario ed internazionale; Chiedere all’Unione europea l’attuazione della direttiva 2001/55/CE del Consiglio nonché sollecitare la Commissione europea ad attivare il Consiglio (ai sensi dell’articolo 78, paragrafo 3, del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea – TFUE ) al fine di adottare misure temporanee a beneficio dello Stato membro o degli Stati membri interessati da un afflusso improvviso di cittadini di Paesi terzi; Farsi promotore, anche in occasione del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea, presso le competenti istituzioni dell’Unione europea e presso le Nazioni Unite, dell’avvio di azioni di cooperazione e sviluppo e missioni umanitarie atte a istituire centri per i richiedenti asilo e rifugiati direttamente sulle coste dei Paesi del nord Africa; Snellire le procedure di accoglienza e verifica delle situazioni giuridiche di tutti i migranti affinché questi ultimi, se titolari di forme di protezione internazionale, possano lasciare celermente il territorio italiano, ricongiungendosi con i loro parenti, che abbiano ottenuto una forma di protezione internazionale, solitamente già residenti nei Paesi del nord Europa. In Europa, sulla falsa riga, è stata approvata a larga maggioranza, una simile mozione.

Di seguito il comunicato dal blog www.beppegrillo.it: 7punti Emergenza Migranti 7punti Emergenza Migranti “Nella prima risoluzione internazionale della legislatura ad essere approvata a livello internazionale si esortano i paesi membri OSCE che sono anche membri dell’Unione Europea a riformare il cosiddetto “sistema di Dublino” e, in particolare, del Regolamento n. 604 del 26 giugno 2013. Questi prevedono che, per evitare che gli emigrati facciano domanda d’asilo in più di un paese, nell’ Unione Europea, in Svizzera e Norvegia, lo Stato membro competente all’ esame della domanda d’asilo generalmente è lo Stato in cui l’emigrato ha messo piede per la prima volta. Dato che l’Italia è il punto d’ingresso più gettonato, il problema dell’immigrazione nel nostro paese assume dimensioni ben più grandi che in Danimarca, Finlandia o nel Regno Unito. Ed infatti tra i 15 votanti che hanno rifiutato di approvare la risoluzione c’è la Gran Bretagna ed alcuni parlamentari danesi e finlandesi. Secondo costoro il tema dell’immigrazione deve essere di esclusiva competenza delle politiche nazionali e per i belgi il “sistema di Dublino” non avrebbe alcun bisogno di revisioni, giusto quindi che il carico resti sui paesi di prima accoglienza. Il sistema di Dublino è dunque l’ennesimo accordo a livello europeo che finisce per penalizzare una nazione del sud, in questo caso l’Italia, rispetto a quelle del Nord. Meno male che c’è qualcuno che si è preso la briga di denunciare questa discriminazione attraverso i canali tradizionali e democratici della diplomazia invece di fare tanta caciara mediatica”.

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