Luigi Velardi
CAMPOBASSO _ Credevo che almeno in questa campagna elettorale, il solito rancoroso Michele Ambrosio, al quale ricordo che non ha più provveduto al rinnovo della tessera del Partito, soprassedesse nell’intervenire sulle consultazioni regionali. Invece, non ha resistito, confermando, ancora una volta, di appartenere ad un livello prettamente di quartiere”. Così l’assessore Regionale Luigi Velardi, in risposta alla nota inviata alla stampa ieri.

“Mi preme precisare subito che il Capogruppo in Consiglio Regionale, Giuseppe Sabusco, ha ricevuto comunicazione dal fratello Massimo sulla questione e mi ha riferito che quest’ultimo non ha avuto nessuna parte in quella esternazione. Come noto a chi fa parte effettivamente dell’Udc, ad oggi, non occupo nessun incarico o poltrona di Partito, ma, comunque, l’esser messo al centro di cotanta attenzione, certamente non mi preoccupa. Anzi mi onora. Prima di tutto, non sono stato direttamente coinvolto nell’organizzazione della visita di sabato scorso, a Termoli, dell’On. Lorenzo Cesa, incontro coordinato dal nostro Segretario Regionale, con metodi e protocolli, tra l’altro, che ho condiviso a pieno. L’appuntamento, come ben chiarito dal Segretario Teresio di Pietro, si è tenuto in quel di Termoli e non altrove, per questioni logistiche ed organizzative di Cesa, impegnato in un febbrile calendario di appuntamenti lungo la costa, poiché candidato in Puglia.

In merito poi alle illuminate considerazioni politiche espresse dal sig. Ambrosio, invito a contattare direttamente la Segreteria Nazionale ed i nostri leader, che certamente faranno tesoro dei suggerimenti strategici che saprà fornire loro per migliori fortune del Partito. Chissà che domani egli non potrà concorrere per la Segreteria Nazionale dell’Udc. Per quanto mi riguarda, mi piacerebbe che, una volta per tutte, il nostro Partito iniziasse ad assumere atteggiamenti più decisi, mettendo fine, dopo tanta e troppa tolleranza, al periodo dei fioretti e del perdono incondizionato, verso chi fa della polemica ad orologeria, ragion di vita, mentre nel Partito c’è bisogno di chi lavori, magari in silenzio, proficuamente. Ancora una volta, voglio ricordare un vecchio adagio dei nostri vertici: “Chi non condivide la linea del Partito, è fuori dal Partito”.

Ed ancora una volta, bisogna rammentare che quando si è in un Partito si votano i candidati di quel Partito e non altri, così da poter chiedere contentini e prebende. Queste pluri-locazioni non sono condivisibili e le vedo bene solo in altri luoghi. Pertanto, sinceramente, mi preoccupa, non tanto la fuga di tali soggetti, piuttosto che una loro permanenza o un loro rientro nel Partito. Mi fa specie particolarmente, poi, il rancore di Michele Ambrosio, più volte invitato a partecipare direttamente alle attività politiche, anche con richieste di sue candidature, alle quali, puntualmente si è opposto, reagendo con offese gratuite e volgari verso personaggi della coalizione del centro destra, rinfacciando puntualmente il suo disappunto per non aver avuto riscontro alle richieste fatte. A tal riguardo, se intende ancora continuare, chiedo ad Ambrosio di avere l’onestà intellettuale e la compiacenza di rendere note, lui direttamente, le sue motivazioni di rabbia, così eviterà di farlo fare ad altri, i quali non saranno più disposti a subire denunce false e vessatorie di questo genere. Spero che sia questa la sua ultima esternazione”.

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