Antonio Malerba
TERMOLI _ Ritengo di dover intervenire sulla decisione del Sindaco Greco e della sua maggioranza (ma poi 10 consiglieri oltre a lui possono considerarsi maggioranza?) di destinare a Biblioteca Comunale alcuni ambienti della Scuole Media Bernacchia ed Elementare Principe di Piemonte; decisione, peraltro, portata avanti con una protervia e, soprattutto, una ostinazione incomprensibile e ingiustificabile. Non mi è stato possibile partecipare alla seduta del Consiglio Comunale dello scorso otto luglio benché avessi chiesto al Presidente del Consiglio Rocchia un differimento di poche ore; ma, visto il risultato della votazione sulla mozione dell’opposizione sull’argomento Biblioteca (11 favorevoli e 11 contrari) che ne ha praticamente decretato la bocciatura, il Presidente ha senz’altro reso un gran servigio al Sindaco! I miei colleghi hanno esaurientemente illustrato in sede consiliare tutta una serie di oggettive motivazioni (peraltro ben riportate dagli organi di comunicazione), che rendono certamente impensabile e, perciò, inattuabile la decisione della maggioranza.
Voglio soffermarmi su un aspetto che tocca la civiltà degli abitanti e la dignità dei suoi amministratori. La biblioteca è, o quantomeno dovrebbe essere, il centro propulsore e d’incontro di tutte le attese culturali del tessuto urbano. Le presenti riflessioni nascono da un incontro occasionale con il collega professore Antonello Maselli, stimato docente di materie letterarie presso l’I.T.N.G. Tiberio di Termoli; ho avuto con lui uno scambio di opinioni, un “pour parler”, fra due modi di vedere affatto simili e per nulla divergenti, della cultura. Un incontro fortuito che si è svolto nel corso del viaggio di trasferimento, per presiedere all’esame di Stato, dalla nostra cittadina alla volta di Campobasso. Un incontro fortuito ma che si è fatto seme di una riflessione essa stessa foriera di ulteriori sviluppi o dibattiti. Un esempio di come sia ancora possibile, e altresì auspicabile, l’incontro tra politica e cultura. Una politica attenta e disinteressata ed una cultura critica e libera. Una politica fatta di persone non prestate a tale nobile arte; una politica che si fa ascoltatrice e che, come in questo caso, veicola i desiderata che provengono dal popolo, ancorché non appartenente a nessuno schieramento politico. Dicevo che la biblioteca rappresenta il centro propulsore della cultura, della memoria e dell’identità di una città. Vuoi capire la vita culturale di una città?…..

Visita la sua biblioteca!!!!! Essa rappresenta il luogo che è forza centripeta delle esigenze culturali e, al tempo stesso, forza centrifuga della cultura medesima. Chiunque entri nella biblioteca con un dubbio, una domanda, deve poterne uscire con delle certezze, delle risposte. E’ fuor di dubbio che essa, per assolvere a tale difficile e gravoso compito, debba contenere, oltre la tradizionale dotazione libraria, tutti gli strumenti della moderna comunicazione quali ad esempio internet, sala conferenza, strumenti multimediali, lavagne interattive ecc. Tutto questo comporta una progettazione della biblioteca stessa. Una progettazione che non è, ovvero non è solo un problema architettonico-strutturale, la cui realizzazione va lasciata ai tecnici preposti a tale compito, bensì ideologica. Essa sarà onnicomprensiva e trasversale ai bisogni della società civile e alle risposte, anche politiche, a tali bisogni. Del resto le nuove tecnologie hanno compiuto una grande trasformazione anche del concetto di biblioteca per cui non è sufficiente soffermarsi sugli spazi e i percorsi professionali razionalizzati ma è indispensabile anche illustrare l’evoluzione concettuale della biblioteca.

I quattro punti essenziali e caratterizzanti una moderna biblioteca (come affermato dal Pirola) sono:

1) La biblioteca manuale, costituita da un numero più o meno elevato di libri e periodici ordinati secondo un criterio organico che ne consente il reperimento. Tutte le fasi di acquisizione (acquisti, scambi, omaggi, donazioni) e di lavorazione (timbratura, etichettatura, catalogazione, classificazione) sono svolte manualmente negli uffici con notevole dispendio di tempi e di risorse. Il prodotto di questo tipo di organizzazione è costituito dal catalogo a schede (schedari), uno strumento ricco di informazioni sui materiali posseduti dalla biblioteca, senza possibilità alcuna di dare informazioni su quanto esiste altrove. La produzione delle schede e l’aggiornamento del catalogo sono operazioni lunghe, ripetitive e costose. La biblioteca manuale, pur con le inevitabili trasformazioni tecnologiche avvenute nel corso dei secoli (i.e. dalla penna d’oca alla macchina da scrivere) è stata il modello organizzativo dall’Antichità fino agli inizi degli anni Novanta dello scorso secolo.

2) La biblioteca elettronico-virtuale prende le mosse dall’applicazione dell’informatica alle biblioteche. Le operazioni sopra menzionate vengono svolte ormai con l’ausilio del computer.

Ne deriva una forte accelerazione dei tempi di lavorazione, una forte semplificazione delle operazioni con l’utenza, ma, soprattutto, la scomparsa dei cataloghi a schede, sostituiti da banche dati on-line, in costante e rapido aggiornamento, capaci di rispondere a domande formulate da numerosi punti di partenza. Il catalogo tradizionale diventa una banca dati informativa sì dei materiali presenti in biblioteca ma anche di quelli presenti in qualunque parte del mondo (virtualità), senza condizionamenti di tempo e spazio. Il catalogo elettronico può essere consultato anche a distanza e consente di organizzare nuovi, articolati servizi di prestito ed interscambio con tutte le biblioteche del mondo , debordando dai confini amministrativi dei comuni tradizionali.

3) La biblioteca multimediale (Mediateca) si è creata dopo la diffusione sul mercato di nuovi strumenti informativi che si affiancano al libro a stampa tradizionale. Per millenni il libro manoscritto o a stampa è stato l’unico strumento di circolazione delle idee a tutti i livelli. Naturalmente l’introduzione della stampa ha consentito la produzione di libri e giornali ad ampia tiratura ed ha determinato una forte espansione della alfabetizzazione e della cultura.

Negli ultimi decenni però si sono diffusi altri strumenti che integrano il testo fisico con elementi sonori e visivi (multimedialità). Questi nuovi strumenti sono entrati a pieno titolo nelle biblioteche, dando origine a nuove sezioni (Mediateca) particolarmente apprezzate dalle nuove generazioni. Gli strumenti attualmente utilizzati sono le videocassette (VHS) i compact disk (CD) e i DVD. Questi strumenti non sono più considerati “concorrenti” del libro ma, semplicemente, approcci conoscitivi diversi. Le mediateche sono strutture soggette agli stessi criteri di acquisizione e di fruizione elettronica e sono destinate a rinnovarsi piuttosto in fretta sull’onda delle innovazioni tecnologiche 4) La biblioteca digitale ovvero la “nuova frontiera delle biblioteche”. Questa quarta fase si configura a tutti gli effetti come una materia in evoluzione, suscettibile di profonde trasformazioni per via delle novità tecnologiche. La biblioteca digitale, naturale evoluzione delle biblioteca elettronico-virtuale, parte dal principio di “mobilità” di testi completi o parziali in rete. Pertanto non sarà più l’utente a venire in biblioteca a “ritirare” il libro ma sarà il testo elettronico (digitalizzato) ad andare fisicamente verso l’utente. Rispetto alle fasi sopra descritte, la biblioteca digitale si presenta come una vera rivoluzione, anche in termini di gestione di spazi e di risorse umane ed economiche.

Questa breve rassegna mostra chiaramente come il termine stesso di biblioteca ormai serva ad indicare realtà dinamiche e diversificate, lontanissime ormai dai polverosi saloni tradizionali riservati ad un nucleo limitato di lettori, proiettandosi verso un futuro dinamico ed innovativo che contribuirà molto seriamente alla diffusione della conoscenza e ad un innalzamento della qualità della vita. Quanto tutto questo sia stato considerato nella nostra cittadina e oggi anche il Sindaco e la sua maggioranza vogliono fare, è sotto gli occhi di tutti. Da sempre alla nostra biblioteca sono stati riservati alloggi di fortuna.

Dapprima ospite di alcuni locali del municipio poi i locali di palazzo Narducci. Ora avevamo la speranza che questa illuminata e democratica amministrazione potesse attuare una inversione di tendenza; la stessa, invece, fedele alla sua missione di ingannare i cittadini e deludere i propri elettori, ha fatto di peggio: non solo vuole, con la complicità di chi dovrebbe invece tutelare e garantire l’istituzione scolastica, allocare la Biblioteca Comunale in locali angusti e di fortuna ma, così facendo, non può non sapere che creerà disagi ed inaccettabili interferenze con l’attività didattica di tanti allievi e docenti. Diamo a Termoli, ai suoi cittadini, alla sua storia ed al suo futuro, una Biblioteca Comunale, una sua sede, degna di questo nome affinché sia forza centripeta e centrifuga della cultura e della civiltà.

Antonio Malerba
consigliere comunale di Termoli
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1 commento

  1. Si fa presto a parlare…..
    11 a 11 non è una partitqa di calcio!!!! Non ci sono riserve in panchina…. perchè quelle che erano presenti, dopo aver “svolto il proprio compitino” e intervento registrato, al momento della votazione non erano presenti (per scelta propria o per ordine di “scuderia”????). Gli altri erano assenti…. (giustificati?). E’ facile parlare di cultura e bla…bla…bla. Per essere e-letti bisogna essere presenti e scrivere il cognome… e la prossima volta i termolesi se ne ricorderanno!!!! Statene certi!!!!