TERMOLI _ E’ accaduto di recente in Molise un fatto politicamente significativo che merita di essere segnalato. Con un documento ufficiale la segreteria reg.le dell’IDV ,a proposito della soluzione data alla crisi della Provincia di Campobasso, ha dichiarato di avere : 1) espulso dal Partito il Presidente D’Ascanio ed i tre assessori da lui scelti in quota IDV; 2) deciso che i consiglieri assegnati al gruppo regoleranno la loro espressione di voto in consiglio “ volta per volta”; 3) deliberata solennemente l’uscita del Partito dell’Italia dei Valori dal centro sinistra molisano. Dove sia collocata oggi l’IDV non è stato ovviamente detto, ma qualche breve riflessione potrà servire a chiarire il quadro.

La vicenda delle comunali di Venafro non deve essere stata di certo un fatto isolato o riferito alla peculiarita’ di quel momento politico in quel particolare contesto, se è vero che nelle piu’ recenti consultazioni di Campobasso dello scorso anno e nei due Comuni più significativi del Molise, Termoli e Montenero di Bisaccia,nello scorso marzo , l’IDV ha presentato candidati alternativi a quelli sostenuti dal PD e da altre formazioni , con l’ovvio prevedibile risultato della sicura sconfitta della coalizione di centro sinistra e della corrispondente vittoria dei candidati del centro destra.

Poiché in politica nulla avviene per caso viene spontaneo chiedersi cosa ha indotto i vertici nazionali e regionali dell’IDV ad espellere dal Partito l’unico soggetto di vertice che il centro sinistra vantava in Regione ( il Presidente della Provincia di Campobasso appunto ) ed a dichiarare addirittura di uscire dal centro sinistra ?

Qualche spiegazione la si può trovare nei prolungati, significativi silenzi del leader maximo di quel Partito, l’on. Antonio Di Pietro, il quale non mi sembra sia mai intervenuto su fatti, anche di rilievo nazionale, che hanno riguardato la maggioranza che guida questa Regione da circa un decennio. Allora il dubbio che il percorso politico intrapreso dall’IDV e dal suo leader non risponda ad una mera volonta’ autolesionista , ma possa trovare sponda e sostegno politico altrove, diventa più che legittimo. Nella MEDEA, tragedia scritta dal grande filosofo e drammaturgo Seneca, si legge: “ cui prodest scelus, is fecit”! Letteralmente “ colui al quale il crimine porta vantaggio, egli lo ha compiuto”. L’insegnamento dei classici è spesso drammaticamente attuale.

Avv.Oreste Campopiano Segr.Reg.N.PSI PDL Molise

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