myNews.iT - Per spazio Pubblicitario chiama il 393.5496623 “Elezioni

Oreste Campopiano
TERMOLI _ C’è una anomalia di fondo nella politica italiana, che la caratterizza rispetto allo scenario dei più grandi Paesi europei. L’anomalia è costituita dalla sostanziale assenza di partiti politici intesi come strumento di formazione della rappresentanza e di selezione della classe dirigente. Sin dai primi anni novanta invero, a seguito della devastazione del sistema per mano giudiziaria e mediatica, da un lato la sinistra italiana è stata incapace di trasformarsi e costruire una moderna formazione riformista e socialdemocratica, dall’altro la parte più moderata e liberale dell’elettorato si è aggregata attorno ad un leader (Berlusconi), il quale oggi assolve alla duplice funzione di catalizzatore dell’opinione pubblica e di collante della varie componenti politiche del centro destra.
E cio’ è stato possibile proprio per l’assenza di un partito vero – il PDL – fino ad oggi costruito e gestito come operazione di vertice e come mero contenitore elettorale. Se Atene piange quindi, Sparta certamente non ride. Di qui la necessità di strutturare capillarmente sul territorio il nuovo Partito, affinché possa farsi interprete delle molteplici esigenze di una società ricca, complessa e diversificata come è quella italiana; un Partito che sappia trasformarsi in una autentica comunità politica, che costruisca il consenso e selezioni una rinnovata classe dirigente; che sappia essere il centro della elaborazione del pensiero politico programmatico in una visione ampia e condivisa dei fenomeni sociali e nel rispetto delle sue diversificate componenti culturali. Oggi assistiamo però al tentativo di egemonia, che non è solo numerica, da parte delle due più grandi formazioni (F.I. e A.N.), le quali ritengono evidentemente di poter assorbire e comunque di rappresentare anche le istanze, gli stimoli politici e culturali, l’anima popolare di tutte le altre componenti.

E’ un evidente errore di valutazione che rischia di minare, come è accaduto nel P.D., l’idea guida del nuovo partito che è e resta quella di costruire una formazione plurale, capace di far convivere in un progetto organico tutte le aree di pensiero, da quella cattolica a quella liberalsocialista, da quella radicale e liberale a quella più genuinamente laica. Difronte ad un percorso politico che sembra segnare il passo, evidenziando anzi atteggiamenti centripeti ( l’idea stessa del Partito del Sud o le recenti esternazioni dell’on. Miccichè ) non resta che avviare un “rassemblement” delle diverse componenti e misurarsi con i problemi complessi della società italiana, dalla crisi economica, al Mezzogiorno, alla bioetica,etc.

E questo cammino sarà tanto più utile se le componenti minoritarie, al centro come in periferia, avvieranno un percorso comune all’interno del PDL che offra alla nuova formazione quel valore aggiunto in termini valoriali, che si evidenzia come indispensabile sul piano della proposta e della offerta politica. Non è solo, come si vede, un problema di numeri o di rappresentanza. E’ invece il problema centrale se si vuole costruire un grande partito di massa con una vita propria e non solo il partito del leader.

                                                                                                 Avv.Oreste Campopiano Segr.Reg.N.PSI – PDL Molise

Articolo precedenteA Montenero di Bisaccia scissione nel Pd. Si costituisce un secondo Pd
Articolo successivoHalloween impazza tra i giovanissimi di Termoli