CAMPOBASSO _ Gli ultimi giorni segnano per il Molise sicuramente una delle fasi più difficili del periodo. Ai tagli ipotizzati nella manovra si aggiunge la comunicazione, da parte del Dipartimento della Finanze dell’innalzamento dell’aliquota Irap e dell’addizionale Irpef per i contribuenti della Regione. “Si comprende la grande preoccupazione espressa dalle categorie produttive e dai sindacati – commenta a proposito il coordinatore dei POPOLARI per il Sud –Vincenzo Niro – questi drastici provvedimenti indeboliscono ulteriormente l’economia molisana, già pesantemente vessata dalla contingenza negativa in atto. Una crisi che morde di più nei territori del Meridione e che scontano, dunque, anche carenze strutturali annose.

Per questo io credo che il problema vada inquadrato sotto aspetti diversi. C’è, intanto, da parte nostra la viva contestazione del metodo utilizzato da una parte del governo centrale, vale a dire l’imposizione dall’alto di decisioni assunte senza l’intesa con le amministrazioni interessate. Stiamo per entrare nella fase attuativa dei decreti delegati sul federalismo e, così facendo, invece, lo Stato dichiara ufficialmente che non tutti i territori sono pronti, o comunque che s’interpreta lo spirito federale ‘a metà’, solo quando conviene. Tanto è vero che per aumentare le tasse ai molisani è bastato un decreto del Ministero delle Finanze”. Il tema però è più ampio ed investe anche la responsabilità di chi amministra a livello locale. Tanto sulla questione del piano di rientro dal debito nella sanità, quanto nella discussione in atto riguardo alla spesa dei fondi strutturali, infatti, emerge l’esigenza di fare chiarezza.

Il Ministro Tremonti ha sicuramente esagerato nel linguaggio quando ha definito quegli amministratori che non hanno saputo impegnare e far fruttare le risorse stanziate, – afferma sul punto Vincenzo Niro – ma ha posto una questione importante. Il Sud, a mio parere, ha ora l’occasione per dimostrare al Ministro che sbaglia, facendo leva sulle sue forze migliori, produttive e politiche, per rimuovere quelle anomalie che da tempo ne bloccano la crescita. E credo sia giunto il momento di portare a termine anche la novità collegata al federalismo che prevede delle censure importanti a chi ha male amministrato il proprio territorio, ritardandone lo sviluppo. Un concetto che in Molise potrebbe essere affrontato nell’ambito del dibattito in corso sul nuovo Statuto regionale. Una riflessione, tra le altre, si impone in questo momento nella nostra Regione e riguarda anche la coerenza di chi viene eletto a ricoprire cariche pubbliche. Uguale discorso vale per il Consiglio Regionale che va fortemente rivalutato. È in questa direzione che va la mia proposta di riforma statutaria. Occorre, in definitiva, – conclude Niro – un cambio di passo velocissimo con la consapevolezza che il Mezzogiorno ha tante potenzialità per recuperare il gap che lo separa dal Nord e dire la propria anche sullo scenario nazionale ed europeo. C’è bisogno perciò di una scossa positiva, che renda più forte ed autorevole la sua voce”.

Articolo precedenteStrumenti di credito per rilancio agricoltura il tema di convegno del 5 luglio
Articolo successivoManovra economica, per Petraroia del Pd: “non serve la rissa. Ci vuole rigore e buon governo”