Oreste Campopiano
TERMOLI _ Il Comitato Direttivo del COSIB di Termoli ha deliberato di “sospendere momentaneamente” i conferimenti di rifiuti speciali provenienti da fuori Regione nell’impianto di depurazione consortile.

Per la verità la delibera adottata è molto ambigua, in quanto si limita solo a “…formulare agli uffici preposti alla gestione dell’attività di depurazione un atto di indirizzo…finalizzato ad una POSSIBILE E MOMENTANEA sospensione della depurazione di rifiuti liquidi speciali provenienti da aziende esterne all’agglomerato industriale”.

Tralascio ogni pur doveroso commento, posto che – a mio avviso – la vicenda va affrontata in un contesto più ampio che investe valutazioni e presupposti di natura “politica” almeno equivalenti rispetto ai pur rilevanti profili riferiti alla quantità ed alla qualità dei rifiuti trattati. E’ fuor di dubbio che è in atto un evidente tentativo di enfatizzare gli aspetti “burocratici” del problema al fine di sviare l’attenzione dell’opinione pubblica da quello che è il punto centrale, il vero thema decidendum, costituito dall’uso troppo spesso “disinvolto” degli Enti e delle Istituzioni pubbliche da parte dei soggetti di vertice.

Cio’ che invero maggiormente colpisce della questione rifiuti al COSIB è il fatto che se la vicenda non avesse trovato eco sulla stampa locale e nazionale, nessuno – dico nessuno – avrebbe mai avuto conoscenza che, nell’intento di “fare cassa” ed in accordo tacito con la Regione e le sue strutture di riferimento, veniva attivato un inutile e dannoso percorso di potenziamento delle capacità del depuratore consortile, con il malcelato intento di consentire il conferimento di reflui provenienti da altre Regioni ed aree “a rischio” per il tramite di società di intermediazione collegate a chi aveva pensato e gestito le varie fasi di quel percorso. Una scelta che aveva ed ha indubbiamente delle ricadute pesanti sul territorio; una scelta sottratta ad ogni forma di controllo politico, atteso che il “controllo” veniva rimesso essenzialmente alle stesse persone che agivano quali referenti istituzionali del territorio.

E’ una deriva culturale prima ancora che politica che non può essere ulteriormente tollerata e che scaturisce, evidentemente, dalla logica imperante ed aberrante della verticizzazione e della personalizzazione della Politica e dei sistemi di rappresentanza. E’ questo l’insegnamento e la riflessione che la vicenda COSIB consegna a noi tutti e che impone un definitivo cambio di rotta ad una classe dirigente che si ostina ancora a mettere cicche di gomma per tamponare una diga che sta crollando.

avv.Oreste Campopiano
Segr.reg. N.PSI Molise

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