Simone Coscia
Simone Coscia
TERMOLI _ Nonostante siano altre le notizie davvero allarmanti – dalle guerre presenti in gran parte degli stati del mediterraneo all’uccisione di bambini innocenti in Siria, dal terremoto in Emilia ai primi accenni di una nuova stagione stragista-terroristicaanche noi molisani cominciamo a subire gli effetti di una crisi che da tempo imperversa sull’intero Occidente. I prodromi, come sempre accade, si sono manifestati inizialmente nel sistema produttivo privato con l’aumento dei fallimenti aziendali ed insolvenze di vario genere, con contrazione della domanda di beni e sevizi, causa di una crescente disoccupazione e restrizione del credito, da cui non sembra facile uscire considerati gli atti di quotidiana disperazione. La grave sistuazione economica, di natura forse più strutturale che ciclica, ha finanche allarmato l’apparato burocratico il quale, seppure sempre molto restio a qualunque cambiamento, ha preannunciato una serie di modifiche organizzative anche nel settore della Giustizia ed in particolare nel riordino degli Uffici giudiziari.

Difatti, tralasciando i tecnicismi ad altra sede , è al varo del Governo una riforma che nella sostanza prevede, tra l’altro in base a criteri un pò bizantini (D.L. 138/2011 conv. in L. 148/2011; nonchè si veda la “relazione finale del gruppo di studio” http://www.anftv.it/images/allegati/Geografia%20giudiziaria.pdf), la soppressione delle sezioni distaccate dei Tribunali e l’accorpamento degli uffici dei Giudici di Pace e tutto ciò in ragione del risparmio della spesa pubblica.

Ebbene, la spending review, a meno di repentini cambi di rotta, coinvolgerà anche gli Uffici giudiziari del comune di Termoli, i quali verranno soppressi ed accorpati presso la sede centrale del Tribunale di Larino. Ora nonostante l’apprezzabile interessamento del Consigliere Comunale nonchè avvocato Annibale Ciarniello, che ha cercato di portare all’attenzione dell’ente cittadino tale problematica con la sua proposta del 20/12/2011 (app.ta con delib. Cons. Com. N. 4 del 27/02/12), a cui però sembra che non sia seguita alcuna attività concreta da parte dell’organo esecutivo, e qualche timido intervento del Consiglio dell’Ordine di Larino, per il resto non mi pare che i rappresentanti di più alto lignaggio istituzionale abbiano manifestato tanto interesse e valutate le relative conseguenze di tale scenario, che forse non sarà apocalittico ma di sicuro è una ulteriore deminutio della termolesità tanto cara al nostro primo cittadino. Con ciò non voglio criticare il buon senso di questa legge di riordino della “geografia giudiziaria”, la quale, senza alcun pregiudizio campanilistico, presenta in via generale degli indubbi vantaggi di risparmio e funzionalità del servizio.

Vorrei solo che si esaminasse meglio nel dettaglio la situazione “atipica” che il nostro caso presenta pur sempre nel rispetto dei parametri fissati, dove verrebbe soppressa una sede distaccata del Tribunale in cui si concentra di fatto il 70% del contenzioso e nell’ambito del cui comune risiedono la maggior parte degli operatori e fruitori del servizio giudiziario. A ciò si aggiunga che entrambe le sedi di Larino e Termoli sono strutturalmente carenti per cui occorrerebbero lavori non da poco conto per un adeguamento al servizio oggi centralizzato, e ciò determinerebbe un necessario investimento di fondi pubblici contrario allo spirito della riforma. Però senza soffermarmi troppo sul contingente, dove auspico un diretto interessamento della categoria professionale in stretto rapporto con tutte istituzioni, ciò che mi preme maggiormente evidenziare sono i possibili sviluppi che potrebbero disvelarsi nei prossimi anni, a danno di tutti i cittadini. In vero, ho timore che questa riforma sia solo l’inizio di una vera e propria stagione di riduzione dei servizi pubblici con la tendenza verso una forma di “semi-privatizzazione della Giustizia” dove al concetto di “servizio sociale” e relativo “costo colletivo” si stia sovrapponendo un concetto di “prestazione privata” e relativo “prezzo”.

Concentrati i Giudici di Pace, eliminate le Sezioni distaccate, compresso quindi il principio di “giustizia di prossimità”, non rimarranno capillarmente sul territorio che i soli “uffici privati” del mediatore e conciliatore, nell’ottica della quale si vuole delegare loro, per una buona parte almeno, il servizio Giustizia oggi pubblico, domani prevalentemente privato. Se questa è forse la reale finalità (subdola) della politica giudiziaria in atto, sarebbe bene non illudersi troppo su effimere posizioni anacronistiche e campanilistiche, ma cercare di fronteggiare consapevolmente e unitariamente il problema.

Termoli, Larino e tutti i paesi del Basso Molise se davvero auspicano una Giustizia ancora da “res-pubblica” devono unire le loro migliori energie politiche e sociali e costruire insieme un “progetto comune” di servizio pubblico per tutti i cittadini molisani; diversamente non credo che ci sarà un futuro per nessuno, non solo nell’ambito della Giustizia ma neppure per la nostra autonomia regionale, che rischia un lento ma inesorabile smantellamento.

Articolo precedenteI Nas chiudono un’attività a Campomarino
Articolo successivoA Termoli in riunione l’Udc per rinnov direttivo provinciale