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Oreste Campopiano
TERMOLI _ Sono trascorsi tre anni e mezzo da quella tarda primavera del 2006 in cui si voto’ per il rinnovo del consiglio comunale. Termoli viveva allora – suo malgrado – un clima da caccia alle streghe, determinato da fatti esterni, non riferibili ai soggetti che si confrontavano per la carica di Sindaco. Eppure quelle tensioni esterne, insieme ad altri fattori intrinseci, hanno inciso in modo determinante sul risultato delle urne. Non intendo tornare su quella vicenda,anche perche’ chi ha la pretesa di continuare a fare politica,deve fare si’ tesoro delle esperienze del passato, ma non puo’ che guardare al futuro. Ed e’ proprio questo il punto dal quale ripartire per avviare la riflessione. Che Termoli sia stata tradita e’ un fatto difficilmente opinabile. Ed e’ stata tradita non solo da un uomo che pure aveva le capacita’ ed i presupposti per assicurare il cambiamento che gli veniva richiesto, ma anche dai partiti politici che hanno sostenuto quell’uomo e che non sono stati capaci di stabilire la rotta, di trasmettere all’elettorato le certezze che chiedeva, di offrire elementi di novita’, di dimostrare in una parola quella “cultura di governo” che se non la si possiede, certamente non la si inventa nel volgere di una tornata elettorale. Oggi Termoli oltre che tradita e’ una citta’ bloccata ( il che per certi versi e’ cosa peggiore della prima).

Bloccata nelle attivita’ economiche, nelle iniziative ; bloccata nella programmazione, nella voglia di futuro, bloccata nella domanda di idee e strategie, che sole consentirebbero di raggiungere traguardi visibili ed importanti . Nel contatto quotidiano con la gente si avverte tangibile l’esigenza di maggiore incisivita’, di idee vincenti e condivise, di proposte ,di progettualita’, di sfide entusiasmanti pur nella piena coscienza del complessivo, delicato momento congiunturale . Ma c’e’ un elemento di assoluta novita’ rispetto al passato (anche recente), che va colto per evitare troppo facili conclusioni o troppo superficiali letture del quadro politico locale.

Tale elemento e’ costituito dalla volonta’ della gente di superare i partiti e gli schieramenti, individuando le donne e gli uomini che dovranno essere classe dirigente, sulla scorta della loro credibilita’, novita’,capacita’ di fare squadra, di sollecitare entusiasmi ed emozioni e cio’ a prescindere dalla loro collocazione ideale, culturale e politica. Raccogliere queste indicazioni che provengono dal basso, fare uscire dalla indifferenza e dal diffuso assenteismo le energie migliori della nostra comunita’ deve diventare l’obiettivo di chi vuole spendersi per far tornare la Politica ad essere servizio e scongiurare il deprimente esodo di tanti giovani che non trovano piu’ i necessari stimoli per guardare al loro futuro nel nostro territorio. In questa direzione abbiamo il dovere di provarci, raccogliendo l’insegnamento del grande Vittorio Alfieri il quale diceva: “spesso e’ da forti piu’ che il morire, il vivere”. 

                                                                                                                              Avv.Oreste Campopiano 
                                                                                                                    Cons.Com.le Gruppo Misto-N.PSI Termoli

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1 commento

  1. qualcuno lo ha già detto
    Caro Oreste,
    affermi,oggi, che il sindaco e la sua maggioranza hanno tradito Termoli e i propri impegni elettorali; tutto vero ma sono cose già dette da un tuo collega in un suo intervento in Consiglio Comunale.
    Forse eri disattento oppure simili affermazioni non contano quando sono gli altri a farle e non già noi stessi.